Francisco Ferrer – La Scuola Moderna

I. Il rinnovamento della scuola
II. Gli Scopi della Scuola Moderna
III. Razionalismo scientifico

Il rinnovamento della scuola

Coloro che vogliono rinnovare l’ educazione dell’infanzia hanno due mezzi di fronte a sé: lavorare alla trasformazione della Scuola studiando il fanciullo, in modo da provare scientificamente che l’organizzazione attuale dell’insegnamento è difettosa e da portarvi miglioramenti progressivi. Oppure: fondare nuove scuole dove saranno applicati direttamente i principi rispondenti all’ideale che si fanno della Società e degli uomini tutti quelli che disapprovano le convenzioni, i pregiudizi, le crudeltà, le furberie e le menzogne sulle quali è basata la società moderna.

Il primo mezzo presenta certamente grandi vantaggi.
Esso risponde a una concezione evoluzionista che tutti gli uomini di scienza preconizzano e che sola, secondo essi, potrà riuscire allo scopo

In teoria costoro hanno ragione e noi siamo pronti a riconoscerlo.

È evidente che le dimostrazioni della psicologia, e della fisiologia debbono portare importanti cambiamenti nei metodi d’ educazione; che gli insegnanti essendo in grado di comprendere meglio il fanciullo, sapranno meglio adattare i loro insegnamenti alle leggi naturali. Convengo che questa evoluzione si compirà nel senso della libertà, poiché sono convinto che la violenza non è che la ragione dell’ignoranza, e che l’educatore veramente degno di questo nome, otterrà tutto dalla spontaneità; perché egli conoscerà i desideri del fanciullo, e saprà secondare il suo sviluppo dandogli le più ampie soddisfazioni possibili.

Ma, in realtà, io non credo che chi lotta per l’emancipazione umana possa ripromettersi molto da questo mezzo. I governi di tutti i tempi hanno cercato di tener sempre loro le redini dell’educazione del popolo; poiché sanno meglio di chiunque che la loro potenza è basata quasi totalmente sulla scuola e perciò se ne impossessano sempre più. È passato il tempo nel quale i governi si opponevano alla diffusione dell’istruzione è in cui cercavano di limitare l’educazione delle masse.
Questa tattica era loro possibile un tempo, perché la vita economica delle nazioni permetteva l’ignoranza popolare, questa ignoranza che rendeva così facile il dominio dei popoli. Ma i tempi sono cambiati, I progressi della scienza e le scoperte di ogni specie hanno rivoluzionato le condizioni del lavoro e della produzione. Non è più possibile ora che il popolo resti ignorante; bisogna che esso sia istruito, perché la situazione economica di un paese si conservi e progredisca di fronte a la concorrenza universale. Allora, i governi hanno voluto l’istruzione, un ordinamento sempre più completo della scuola, non perché sperassero dalla educazione il rinnovamento della società, ma perché avevano bisogno di individui, di operai, di strumenti da lavoro più perfezionati per far prosperare le imprese industriali e i capitali impiegativi.
E si son visti i governi più reazionari, seguire questo movimento; essi hanno ben compreso che l’antica tattica diveniva dannosa alla vita economica delle nazioni e che bisognava bene adattare l’ educazione popolare alle muove necessità.

Ma si avrebbe gran torto di credere che le classi dirigenti non abbiano saputo prevedere i pericoli che poteva creare per essi lo sviluppo intellettuale dei popoli, e che sarebbe stato mestieri cambiare i mezzi di dominazione. I loro metodi si sono adattati alle nuove condizioni della vita ei governi si sono sforzati di conservare nelle proprie mani la direzione dello sviluppo delle idee.

Pure cercando di conservare le credenze sulle quali era basata altre volte la disciplina sociale, hanno procurato lo stesso di dare alle idee nate dagli studi scientifici un significato che non potesse danneggiare le istituzioni esistenti. Ed è per questo che i governi si sono impadroniti della scuola; mentre in altri tempi lasciavano ai preti la cura dell’educazione del popolo perché ciò conveniva essendo l’insegnamento di quelli un puntello della propria autorità, presero poi essi stessi da per tutto la direzione dell’organizzazione scolastica.

Il pericolo per i governi consisteva nel risveglio dell’intelligenza umana alla vita intensa, nel risveglio in fondo delle coscienze della volontà di emanciparsi.

Sarebbe stato pazzia lottare contro le forze in evoluzione; bisognava arginarle a modo proprio. Ed è per questo che, invece di ostinarsi nei vecchi metodi di governo, ne adottarono dei nuovi d’una evidente efficacia. Non e’ era bisogno d’ un gran genio per trovare questa soluzione; la semplice spinta dei fatti fece capire agli uomini di governo come dovevano opporsi ai nuovi pericoli. Fondarono scuole, si affaticarono a diffondere l’istruzione e, se anche ci furono di quelli che in principio resisterono a quest’impulso, — perché così volevano gl’interessi di qualche partito politico in antagonismo cogli altri — pure anche questi ben presto si convinsero che meglio valeva cedere e che la miglior tattica era di assicurare con l’uso di questo nuovo mezzo la difesa dei propri privilegi.

Si videro allora lotte terribili per la conquista della scuola, lotte che in tutti i paesi continuano con accanimento ; qui trionfa la società borghese e repubblicana e là il clericalismo. Tutti i partiti sanno l’importanza della scuola e non risparmiano alcun sacrificio per assicurarsi il trionfo. Essi gridano su tutti i toni: «Tutto per la scuola e con la scuola » ! Il buon popolo deve e e commosso da tanta sollecitudine, poiché tutti vogliono il suo elevamento per mezzo dell’istruzione, e il suo benessere per giunta. Un tempo si poteva dirgli: «Costoro cercano mantenerti nell’ignoranza per meglio sfruttarti; noi invece ti vogliamo istruito e libero». Ora ciò non è più possibile: si costituiscono scuole in tutti gli angoli; e sotto tutte le insegne.

Ma è in questo cambiamento così unanime di idee fra le classi dirigenti a riguardo della scuola, che io trovo la ragione di diffidare della loro buona volontà, e la ragione insieme dei fatti che motivano i miei dubbi sull’efficacia dei mezzi di rinnovamento che vogliono mettere in pratica certi riformatori. Questi riformatori della scuola, si curano poco del resto, in generale, del significato sociale dell’ educazione: sono uomini molto ardenti della ricerca della verità scientifica, ma che sfuggono nei loro lavori ogni preoccupazione estranea all’oggetto dei loro studi.

Essi si studiano pazientemente di riconoscere il fanciullo e, — per quanto la loro scienza, sia giovane ancora — si ripromettono di poterci dire quali metodi di educazione convengono meglio al suo sviluppo integrale; ma non altro.

Ora, questa indifferenza, per dir così professionale è molto pregiudizievole, io credo, alla causa che si vuole servire. Non voglio dire con ciò che i riformatori dottrinari siano del tutto incoscienti delle realtà dell’ambiente sociale, e so, eziando, che essi sperano dai loro sforzi i migliori risultati per il bene generale.

Essi pensano: «Sforzandoci a’ rivelare i segreti della vita dell’essere umano, cercandone il processo dello sviluppo normale fisico e psichico, noi potremo indicare un sistema di educazione più che favorevole al libero esplicarsi delle energie. Ma non vogliamo occuparci direttamente della rinnovazione della scuola; come scienziati del resto non lo potremmo, poiché non sappiamo ancora definire esattamente ciò che bisognerebbe fare.
Noi procederemo per lenta gradazione, convinti che la scuola si trasformerà a misura che aumenteranno le nostre scoperte, per la forza delle cose. Se ci domandaste il nostro parere individuale, saremmo d’ accordo con voi nel preconizzare una evoluzione nel senso di una larga emancipazione del fanciullo e dell’ umanità per mezzo della scuola; ma anche in ciò siamo persuasi che l’ opera nostra si svolgerà tutta in questo senso e raggiungerà lo scopo per le vie più rapide e dirette».

Questo ragionamento è evidentemente logico, e niuno oserebbe impugnarlo. E pure ad esso si mescola una gran parte d’ illusione. Sì, se i governanti avessero, come uomini le stesse idee di questi benevoli riformatori, se si curassero realmente di organizzare e di modificare di continuo la società, nel senso di una scomparsa progressiva della servitù, si potrebbe ammettere che i soli sforzi della scienza basteranno a migliorare le sorti dei popoli. Ma noi siamo ben lungi da ciò. Sappiamo purtroppo che tutti coloro che si disputano il potere non hanno altra cura che la difesa dei propri interessi, e non si preoccupano di vincere che per sè soli e per la soddisfazione dei propri appetiti. Da lungo tempo noi abbiamo cessato di credere alla loro parola; qualche ingenuo s’illude ancora che vi sia in quelli, in ogni modo un po’ di sincerità, e crede che talvolta anche essi desiderino il benessere dei loro simili, ma gli ingenui si fanno sempre più rari e il positivismo del secolo è troppo crudele perché si possa ancora ingannarsi sulle intenzioni di coloro che ci governano.

Come questi han saputo far sì, che l’istruzione non diventasse un pericolo per loro, quando la necessità dell’istruzione s’ impose, allo stesso modo sapranno riorganizzare la scuola secondo i nuovi dati della scienza in modo che non ne scapiti la loro supremazia. Ci sono certo delle idee che difficilmente saranno accettate; ma bisogna aver guardati da vicino gli avvenimenti e aver visto come tutto offre in pratica degli accomodamenti, per non lasciarsi più abbagliare dalle parole. Ah! che cosa non abbiamo sperato noi e che cosa non si spera ancora dall’istruzione? La maggior parte degli uomini di progresso tutto aspettano da lei e non è che in questi ultimi tempi che alcuni cominciano a capire quanta illusione vi sia in questa speranza.

Si comincia a comprendere quanto inutili siano le cognizioni apprese, alla scuola, coi sistemi d’educazione attualmente in pratica; ci si accorge che si è atteso e sperato troppo. Gli è che l’organizzazione della Scuola, lungi dal rispondere all’ideale che ce ne eravamo volentieri formato, fa dell’istruzione, oggi, il più potente mezzo di asservimento nelle mani dei dirigenti. I maestri non sono per essi che istrumenti coscienti o incoscienti della loro volontà, formati del resto secondo i loro principi. I maestri di scuola fin dalla più giovane età sono educati negli istituti a subire la disciplina dell’autorità ; e ben rari sono quelli che sfuggono al suo dominio e quelli che ci riescono rimangono nell’impotenza, poiché la ferrea organizzazione scolastica li avvince in modo da renderne impossibile ogni cosciente disobbedienza.

Io non voglio far qui il processo dell’attuale organizzazione scolastica. Essa è abbastanza conosciuta perché si possa caratterizzarla, senza timore di smentita con una sola parola: coazione. La scuola imprigiona i fanciulli fisicamente, intellettualmente e moralmente, per dirigere lo sviluppo delle loro facoltà nel senso voluto; li priva del contatto della natura per poterli modellare a sua guisa. E qui sta la spiegazione di tutto ciò che ho detto fin qui, la preoccupazione dei governi di dirigere l’educazione dei popoli, in modo che siano frustrate le speranze degli uomini di libertà. L’ educazione non è oggi che una formazione materiale d’istrumenti per un dato scopo. Non credo affatto che i sistemi impiegati a tal scopo siano stati combinati apposta con esatta conoscenza di causa, per ottenerne i risultati voluti; ciò sarebbe troppo geniale, per quanto cattivo. Ma le cose vanno esattamente come se questa educazione rispondesse ad un vasto disegno complesso realmente concepito. Non si poteva far di meglio e per realizzarlo è bastato inspirarsi semplicemente ai principi di disciplina e di autorità che hanno guidato gli organizzatori sociali di tutti i tempi.

Si ha una idea sola molto precisa ed una volontà; fare che i fanciulli siano abituati a obbedire, a credere, a pensare secondo i dogmi sociali che ci reggono. Dato questo, l’istruzione non può essere altro che quello che è. Non si bada a secondare lo sviluppo spontaneo delle facoltà del fanciullo, di lasciargli liberamente cercare la soddisfazione dei suoi bisogni fisici, intellettuali e morali; si tratta solo di imporgli delle idee già fatte; si tratta anche di impedirgli per sempre di pensare altrimenti che come si è voluto per il mantenimento delle istituzioni attuali; si vuole insomma, farne un individuo che sia ingranaggio, adatto e sommesso, del meccanismo sociale,

Nessuno si meravigli se una tale educazione non ha alcuna influenza o quasi, sulla emancipazione umana. Io lo ripeto: essa non è che un mezzo di dominazione fra le mani dei dirigenti. Costoro non hanno mai voluto la elevazione dell’individuo, ma il suo asservimento, ed è perciò inutile sperare checchessia dalla scuola com’è oggi organizzata. Ora, ciò che è avvenuto fin qui, continuerà a prodursi nell’ avvenire; non v’è ragione alcuna perché i governanti cambino sistema. E son riusciti ad asservire l’istruzione al proprio vantaggio e sapranno servirsi nello stesso modo di tutti i miglioramenti che fossero proposti. Basta perciò che essi continuino a guidare lo spirito della scuola, perché la disciplina autoritaria che vi regna volga a loro profitto ogni innovazione. È all’uopo staranno bene in guardia, possiamo esserne certi.

Io vorrei richiamare l’attenzione dei miei lettori su questa idea: che tutto il valore dell’educazione, consiste nel rispetto della volontà fisica, intellettuale e morale del fanciullo. Allo stesso modo che nella scienza non v’è dimostrazione possibile senza i fatti, così non v’è vera educazione, che laddove questa è esente da ogni dogmatismo, lascia al fanciullo stesso la direzione dei suoi sforzi, e non si propone che di secondarlo in questi sforzi. Ebbene, niente vi è di più facile che attuare questo concetto, e nulla di più difficile di conformarvisi.
L’ educatore odierno impone, viola, costringe sempre; mentre il vero educatore sarebbe colui che potesse meglio difendere il fanciullo contro le idee e la volontà dello stesso educatore e che meglio facesse appello alle energie proprie del fanciullo,

Si giudichi da ciò con quale facilità l’educazione subisce l’impronta che si vuol darle e come sia facile l’ufficio di coloro che vogliono asservire la coscienza degl’individui nel periodo del loro sviluppo. I migliori metodi che si possano immaginare, nelle mani loro diventano altrettanti strumenti più formidabili e perfetti di dominio. Il nostro ideale al contrario è certamente quello della scienza e noi gli chiederemo di darci il potere di educare il fanciullo, favorendo il suo sviluppo con la soddisfazione di tutti i suoi bisogni, man mano si manifesteranno ed ingrandiranno.

Noi siamo persuasi che l’educazione dell’avvenire sarà una educazione tutta di spontaneità; e se, com’è certo, non possiamo realizzarla ancora, l’evoluzione dei metodi nel senso di una comprensione più larga dei fenomeni della vita, e il fatto che ogni perfezionamento significa la soppressione, tutto ciò ci indica che siamo nel vero, quando speriamo dalla scienza la liberazione del fanciullo.

È questo l’ideale di coloro che tengono in mano l’organizzazione scolastica attuale? è questo ciò che essi intendono realizzare? aspirano essi, come noi, a sopprimere ogni coazione? No, certamente! Costoro adopereranno i mezzi nuovi e più efficaci allo stesso scopo si prefiggono oggi, e cioè la formazione di esseri che accetteranno tutte le convinzioni, tutti i pregiudizi, tutte le menzogne su cui è basata la società attuale. Non temiamo di dirlo: noi vogliamo invece nomini capaci di distrugge di rinnovare di continuo gli ambienti e di rinnovare se stessi, nomini di cui la più gran forza consta nell’indipendenza intellettuale, che non siano troppo attaccati a nulla, sempre pronti ad accettare il meglio, felici del trionfo delle idee nuove, aspiranti a vivere vite molteplici in una sola vita.

La società attuale teme uomini consimili; non bisogna dunque sperare giammai che ella voglia impartire una educazione capace di formarli.

*

Quale è dunque la nostra speciale missione? quale è il mezzo scelto da noi per contribuire al rinnovamento della scuola?

Noi dobbiamo seguire con la più grande attenzione i lavori degli scienziati che studiano il fanciullo e sforzarci di ricercare i mezzi di applicare le loro esperienze all’educazione che vogliamo instaurare nel senso d’ una liberazione sempre più completa dell’individuo. Ma come raggiungere questo nostro scopo? Soltanto mettendoci direttamente all’opera, favorendo la formazione di nuove scuole in cui regni, per quanto è possibile, questo spirito di libertà, che presentiamo dover dominare l’opera intiera dell’educazione avvenire.

Per il momento, una dimostrazione è stata già fatta, che può darci eccellenti risultati. Noi possiamo distruggere tutto ciò che nella scuola attuale risponde ad un sistema di coazione, gli ambienti artificiali in cui il fanciullo viene allontanato dalla natura e dalla vita, la disciplina intellettuale e morale di cui altri si servono per imporre loro idee preconcette e credenze che depravano e annichilano le volontà. Senza timore d’ingannarci, possiamo restituire il fanciullo all’ambiente che gli spetta, l’ambiente naturale in cui sarà a contatto con tutto ciò che ama, ed in cui le impressioni della vita, sostituiranno le fastidiose lezioni di parole. Se non riusciremo che a questo solo, avremo già preparata, in gran parte, la liberazione del fanciullo.

In ambienti tali, noi potremo allora applica liberamente i dati della scienza e lavorare con frutto.

— So bene che non potremo realizzare con ciò tutte le nostre speranze, e che spesso saremo costretti, per mancanza di sapere, ad impiegare mezzi che poi forse dovremo ripudiare o correggere; ma una certezza ci sosterrà nel nostro lavoro, ed è che, anche senza raggiungere del tutto il nostro scopo, faremo più e meglio, con l’ opera nostra imperfetta ancora, di ciò che fa la scuola attuale. Io amo di più la spontaneità libera di un fanciullo che nulla sappia, piuttosto che l’istruzione parolaia e la deformazione intellettuale d’un fanciullo che abbia subìto l’educazione odierna.

Ciò che abbiamo tentato noi a Barcellona altri lo hanno tentato altrove, e tutti hanno visto che l’opera è possibile.
Ed io penso che bisogna cominciare qualche cosa di preciso senza por tempo in mezzo. Non vogliamo e non possiamo aspettare che gli studi scientifici sull’infanzia, siano completi e terminati per intraprendere il rinnovamento della scuola; se bisognasse aspettar ciò non si farebbe mai nulla. Noi applicheremo ciò che sappiamo e, man mano, tutto ciò che impareremo. Già un piano completo di educazione razionale è possibile e, in scuole tali quali noi le concepiamo, buon numero di fanciulli potrebbero svilupparsi, felici e liberi, secondo le loro aspirazioni. Noi lavoreremo a perfezionare i nostri progetti e ad estenderli.

A tale scopo è stata fondata la Lega Internazionale del fanciullo.

Chiameremo in nostro aiuto quanti vogliono con noi la liberazione dell’infanzia, quanti aspirano a contribuire per suo mezzo al sorgere di una umanità più bella e più forte. E così ci sforzeremo di definire con la discussione i particolari di un piano di educazione razionale quale è possibile attuare ai nostri giorni.

Di più, non appena le circostanze lo permetteranno, riprenderemo 1’ opera cominciata a Barcellona, riedificheremo le scuole distrutte dai nostri nemici. Intanto, lavoreremo per fondare a Barcellona una scuola normale in cui si formeranno i maestri destinati a secondarci più tardi, e creeremo una biblioteca della Scuola Moderna in cui si pubblicheranno i libri che ci serviranno nel nostro insegnamento, tanto per l’educazione dei maestri che per quella dei fanciulli. Fonderemo eziandio un Museo pedagogico in cui saranno riuniti i materiali necessari alla scuola nuova da noi pensata.

Tali sono i nostri progetti. Non ignoriamo che la realizzazione ne sarà difficile. Ma vogliamo cominciare, persuasi che saremo aiutati nei nostri sforzi da tutti coloro che lottano in ogni dove per la liberazione dell’uomo dai dogmi e dalle convenzioni con cni si consolida l’iniqua azione sociale odierna.

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Gli scopi della Scuola Moderna

Io dò una tale importanza all’insegnamento razionalista, da avergli consacrato tutto il mio tempo, perché mi sono convinto che non v’è lavoro più rivoluzionario di quello che consiste nell’istruire scientificamente il popolo. Perciò sono lieto che le circostanze mi offrano occasione di spiegare l’origine della Scuola Moderna di Barcellona e gli scopi che essa si prefigge di raggiungere col suo sistema di educazione.
col suo sistema di educazione.

Quindici anni di vita a Parigi, a contatto con i repubblicani francesi dai più moderati ai più radicali, di fronte ai movimenti boulangisti, dreyfusisti e nazionalisti, conseguenze di un cattivo sistema d’educazione istituito sotto una vernice di laicità non basta proclamare una repubblica perché, per suo mezzo soltanto, il popolo possa ottenere quanto aveva sognato e ciò che da lei si aspettava.

Fui in quel tempo costantemente in relazione con Ruiz Zorrilla, collaborando ai suoi lavori rivoluzionari e aiutandolo attivamente nei suoi progetti di pronunciamenti; e allora mi convinsi che anche la repubblica spagnuola desiderata non avrebbe potuto corrispondere a ciò che abbisogna al popolo ed il popolo sogna ed aspetta.

Notai nei partiti repubblicani spagnoli lo stesso difetto che aveva presentato il repubblicanismo francese prima di proclamar la repubblica e nei primi anni di questa: una assoluta noncuranza dell’istruzione popolare, una ignoranza deplorevole sull’importanza capitale che ha per un popolo il sistema di educazione.

Ruiz Zorrilla essendo morto, la fiducia, già molto indebolita, morì anche es in me, nel frutto di una rivoluzione fatta da rivoluzionari superficiali, vittime quasi dei medesimi pregiudizi dei monarchici ai quali avrebbero strappato il potere.

E da allora io consacrai tutta la mia attività all’idea della fondazione d’una scuola che poteva servire di modello, secondo la mia modesta opinione, a tutte le scuole che i partiti avanzati desiderassero fondare per liberare l’ infanzia da le menzogne insegnate nelle scuole ufficiali.

Questa fu l’origine della Scuola Moderna.

Ora dirò qualche cosa sullo scopo che la Scuola Moderna si propone.

Siccome è notorio che il fanciullo nasce senza alcuna idea preconcetta e che acquisisce nel corso della sua vita le idee delle prime persone che lo attorniano, modificandole in seguito secondo le proprie considerazioni, riflessioni e letture, — per le osservazioni e le relazioni che gli procura il suo ambiente, — è chiaro che se si alleva il fanciullo dandogli nozioni positive, vere di tutte le cose, e se lo si previene che è indispensabile per evitare errori non credere a nulla per fede cieca, ma solo a ciò che la scienza può dimostrare, è evidente, che il ragazzo diverrà buon osservatore e sarà preparato ad ogni specie di studi ulteriori.

È indispensabile, per mettere il fanciullo in situazione di poter giudicare con indipendenza di tutti gli scopi della vita umana, mettere tra le sue mani libri ed oggetti che gli presentino le cose tali come sono e non come le presentano i testi scolastici usuali, pieni di pregiudizi religiosi e sociali.

A questo intento io cominciai la pubblicazione di piccole opere destinate a sostituire i testi esistenti, pubblicazione che non aveva limiti, poiché comprendiamo che la trentina di volumi pubblicati già dalla Scuola Moderna di Barcellona non è nulla in paragone di ciò che bisognerebbe pubblicare, non solo come libri di testo ma anche come libri di consultazione per i maestri e professori, tanto dell’insegnamento primario che del secondario e superiore. A tal fine io pensai di indirizzarmi a tutte le persone della Spagna e dell’estero adatte a ciò, pregandole a scrivere tutto quanto avrebbe potuto contribuire all’efficacia dell’insegnamento razionalista.
Allevare l’infanzia libera dai pregiudizi e pubblicare le opere a ciò necessarie, tale era lo scopo della Scuola Moderna.

*

Come lo indicano chiaramente le parole stesse, l’insegnamento razionalista è contrario a qualunque dogma, di qualunque specie esso sia.

I primi francesi che si occuparono di riformare il loro sistema di insegnamento credettero che combattendo il clericalismo, si arrivasse all’estremo limite di ardimento ; e pubblicarono manualetti in cui si pretende insegnare il rispetto che l’uomo deve a Dio, e, oltre a conservare il dogma divino, stabilirono altri dogmi come quelli della patria, dell’autorità e della proprietà, discutibili gli uni come gli altri da un punto di vista scientifico.

Fortunatamente i radicali francesi si rendono conto dell’errore primitivo della loro repubblica e si sforzano di correggerlo, togliendo gli emblemi religiosi che si conservavano nelle scuole e nelle amministrazioni pubbliche, sopprimendo il motto « Dio protegge la Francia » scolpito sulle monete; mentre i professori coscienti si occupano di escludere dai cataloghi ogni opera che parli di Dio, di religione e degli altri dogmi sociali.

Infatti l’insegnamento razionalista può e deve discutere tutto, facilitando al fanciullo la larga via dell’investigazione per cui possa rendersi conto, dopo maturo esame, delle origini non solo della terra e dell’uomo ma di tutti i mali che affliggono l’ umanità, guerre, tirannie governative, capitaliste e padronali.

L’ insegnamento razionalista deve fare degli individui coscienti di ciò che sono e di tutto ciò che li circonda, perché conseguentemente essi possano lavorare sempre secondo i consigli della propria ragione e come esige il loro benessere.

L’ insegnamento razionalista non nega nulla, non conferma nulla che non sia dimostrabile secondo la scienza, comprensibile al ragionamento umano e dimostrabile con la più grande evidenza.

Immaginiamo ora che cosa sarebbe la generazione presente in Spagna, se il partito repubblicano spagnuolo, dopo l’esilio di Ruiz Zorrilla si fosse consacrato, a fondare scuole razionaliste invece di ogni comitato, di ogni gruppo di liberi pensatori o di ogni loggia massonica.

Immaginiamo che i presidenti e segretari dei comitati elettorali o rivoluzionari, invece di preoccuparsi di impieghi che avrebbero occupato nella futura repubblica si fossero preoccupati dell’istruzione popolari; immaginiamo il lavoro che avrebbe potuto compiersi per ben trenta anni nelle scuole diurne per fanciulli e nelle notturne per adulti, _ e domandiamoci ciò che avverrebbe oggidì.

Più di trent’anni dopo la restaurazione monarchica, il popolo si occuperebbe forse ancora d’inviare alla Camera deputati repubblicani che si contentano appena di domandare l’approvazione di una legge sulle associazioni…presentata dai monarchici?

Il popolo farebbe dei comizi per la soppressione di qualche imposta oppure avrebbe fatto già delle rivoluzioni per la soppressione di ogni tirannico privilegio?

Il popolo scoppierebbe ancora in sommosse per il rincaro del pane, oppure si sarebbe a quest’ora ribellato contro l’ insufficienza del pane nelle case dei lavoratori, mentre il superfluo di tutto abbonda solo per chi s’è arricchito con l’altrui lavoro.

Tutti i radicali coscienti possono rispondere a queste tre domande.

Per parte mia, vi ho risposto tempo coi fatti. E desidererei che ciò che ho detto faccia seriamente riflettere quanti desiderano un regime di pace di benessere e d’amore per tutti, per mezzo di una cordiale solidarietà, possibile soltanto fra essere istruiti ed educati razionalmente.

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Razionalismo scientifico

Quando, or son sei anni, avemmo il gran piacere di aprire la Scuola Moderna di Barcellona, facemmo ben comprendere che questo sistema d’ insegnamento sarebbe stato razionale e scientifico.

La nostra prima cura, innanzi tutto, fu di avvertire il pubblico che, considerando la ragione e la scienza, come gli antidoti di tutti i dogmi, nessuna religione, qualunque essa fosse, sarebbe stata insegnata nella nostra scuola. Sapevamo che questa dichiarazione avrebbe provocato l’ odio della casta sacerdotale e che saremmo stati combattuti con tutte le armi di cui si servono ordinariamente quelli che vivono unicamente di menzogna e d’ipocrisie e sanno così bene abusare dell’influenza che dà loro l’ignoranza dei fedeli ed il potere de’ governi.

Per ciò, più si cercava di farci comprendere la temerità che vi era a metterci tanto francamente contro la chiesa regnante, più sentivamo crescere il nostro coraggio per perse e nell’opera intrapresa, essendo convinti che, più un male è grande, più potente è una tirannia, tanto più vigore occorre per combatterla, tanta più energia occorre per distruggerla.

Il clamore enorme levato dalla stampa clericale contro la Scuola Moderna, alla quale potrò addebitare un anno di prigione, ci provò che, fiduciosi in questo metodo d’insegnamento, dovevamo infondere in tutti i razionalisti sempre nuovo ardore per continuare l’ opera con più fermezza che mai, per ingrandirla, per propagarla in tutta l’estensione delle nostre forze.

È d’uopo notare, peraltro, che la missione della Scuola Moderna non si limita al desiderio di far scomparire da’ cervelli il pregiudizio religioso; ché, quantunque sia uno dei pregiudizi che si oppongono alla emancipazione intellettuale degli individui, la sua distruzione, non può essere sufficiente ad assicurarci la preparazione di una umanità libera e felice, poiché si può concepire che un popolo sia senza religione ed anche senza libertà.

Se la classe lavoratrice si libera del pregiudizio religioso e conserva quello della proprietà, tale che esiste attualmente, se gli operai ammettono questa parabola che pretende che vi saranno sempre de’ poveri, e de’ ricchi, se l’insegnamento razionalista deve contentarsi di spargere delle nozioni sull’igiene e le scienze naturali, e preparare unicamente dei buoni apprendisti, dei buoni commessi, dei buoni impiegati, dei buoni lavoratori in tutti i mestieri, potremmo probabilmente fra atei condurre una vita più o meno sana e robusta, in rapporto col magro nutrimento che oggi miserabili salari possono permetterci, ma rimarremo sempre gli schiavi del capitale.

La Scuola Moderna intende invece combattere tutti i pregiudizi che ostacolano l’emancipazione completa dell’individuo; per ciò essa adotta il razionalismo umanitario che consiste ad inculcare nell’infanzia il desiderio di conoscere l’ origine di tutte le ingiustizie sociali, acciocchè, conoscendole, essa possa a sua volta opporvisi e combatterle. Il nostro Razionalismo Umanitario combatte le guerre fratricide interne ed esterne, lo sfruttamento dell’ uomo sull’ uomo, la schiavitù della donna; combatte tutti i nemici dell’armonia umana, ignoranza, vizio, cattiveria, orgoglio ed altri vizi e brutture, che tengono gli uomini divisi in oppressori ed oppressi.

L’insegnamento razionalista e scientifico della Scuola Moderna comprende, come si vede, lo studio di tutto ciò che è favorevole alla libertà dell’individuo e all’armonia della collettività, per incamminarsi verso un regime di pace, di amore e di benessere per tutti, senza distinzione di classe né di sesso.

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